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Psicologia/psicoanalisi in Evangelion - Parte 1 (?), Commento sulle probabili influenze di Anno in psicologia

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Berserkelion
view post Posted on 4/8/2014, 17:19




Salve a tutti.
In questo mio primo e "personale" (ossia dal carattere altamente soggettivo e relativo) post, vorrei parlare (da appassionato di psicoanalisi) delle probabili influenze di Anno in merito alla psicologia. Tali conclusioni/ossservazioni che illusterò hanno carattere estremamente soggettivo e pertanto (siccome siamo in un forum) sono aperte ad eventuali discussioni e/o modifiche. Le pubblicherò di seguito magari in una mia recensione personale su Eva, ma intanto vorrei discuterne e dialogare.

Esordisco facendo delle necessarie premesse in merito. Nonostante quanto si dica in giro, Anno non è un malato, né uno psicopatico, né un drogato, e quando ha creato Evangelion non era sotto effetti di qualche stupefacente. Ritengo necessaria un introduzione alla personalità di Anno.
Anno non è mai stato una cima nello studio, né tanto meno è un intellettuale o uno psicologo in piena regola. Sarebbe scorretto secondo me interpretare Evangelion come un trattato psicoanalitico e precisissimo su questo argomento; tuttavia, fin da subito dimostra uno spiccato interesse per l'interiorità umana e quindi la psicologia.
Si pensi che un personaggio di Gunbaster si chiamava Jung Freud. La politica dello studio gainax è sempre stata quella di usare la citazione come forma d'arte. Eva non fa che proseguire tale politica della Gainax esasperandola: si cita la Cabala, Ideon, Gundam, Kierkegaard, e chi più ne ha più ne metta. Non deve stupire il fatto che Evangelion non sia un comprendio metodico di psicoanalisi; sarebbe impossibile e lasciatemelo dire noioso. La sostanza comunque c'è, ed è anche molto interessante.
Ci racconta lui stesso: «In passato, non avevo avuto alcun interesse a studiare la psicologia umana. Avevo solamente frequentato un corso all'università [ndt. Anno all’università non andava alla grande, eh], ma credo di aver sempre avuto qualcosa nella mia mente con cui potevo analizzare la psiche umana. Pensavo di non essere interessato molto agli umani, ma quando incominciavo a parlare di me, avvertivo il bisogno di parole giuste per spiegarmi. Così, incominciai a leggere libri sulla psicologia [ndt. Anno parla al plurale riguardo ai “libri” ]. Dal sedicesimo episodio, la trama di Evangelion prese una direzione con la quale si intendeva chiedere solo com'è la mente umana al suo interno. Ho scritto su di me. Un mio amico mi prestò un libro sulle malattie psicologiche umane, e questo mi diede una scossa, come se avessi finalmente trovato quello che dovevo dire.» (Anno, Newtype magazine, novembre 1996)


Rapporto madre-figlio: Eva-01, Shinji e complesso di Edipo.
«C'era questa sostituzione da parte di un robot, così la madre originale [di Shinji] è nel robot, ma c'è anche una madre della stessa età, Rei Ayanami, al suo fianco. [Rei è] anche dalla parte del vero padre. C'è anche un altro padre, Adam, che gestisce il corso generale degli eventi. Un complesso di Edipo all'interno di queste strutture multiple; questo è quello che volevo fare.» (Hideaki Anno)

Evangelion invoca fin dai suoi primi secondi molti temi a sfondo psicologico, e sono innumerevoli nella serie i riferimenti alla psicologia analitica junghiana o alla psicoanalisi freudiana. Ad esempio l’episodio 20 si chiama “Oral Stage”, fase orale (il primo stadio dello sviluppo psicosessuale infantile nella psicoanalisi freudiana), richiamo all’idea della “personalità orale”, ovvero all’eccessiva dipendenza dagli altri e al bisogno di amore, talvolta anche al sacrificio di tutto pur di ottenerlo (fonte: Platinum booklet, http://www.evamonkey.com/platinum-booklets...aries-14-20.php). Non è una casualità che la situazione di Shinji sia riconducibile proprio a quella di una “personalità orale” in quella puntata: le persone con “fissazioni” orali tendono al narcisismo, sono concentrate su se stesse, non riconoscono gli altri come separati da sé (Shinji e l’Eva sono tutt’uno), in quanto considerati solo come fonte di nutrimento, ed adottano talora atteggiamenti timidi e imploranti per chiedere qualcosa (fonte: http://www.crescita-personale.it/teorie-ps...ta-orale/3868/a).
Il soggetto con personalità orale avverte la forte sensazione di non essere mai stato appagato sul piano affettivo (fonte: http://www.astrologiainlinea.it/Astro_Maga...olo.asp?ID=1006).
La fissazione al seno (centro del piacere sessuale nella fase orale), alla “fase orale”, dev’essere intesa come la dipendenza di Shinji per l’Eva, il seno materno – anche Gendo soffre di una fissazione simile nei confronti di Yui, per la quale è disposto a sacrificarsi. Preciso che Asuka chiama grembo e seno materno l'Eva nell'episodio 14, ovviamente.
Centrando in pieno il nocciolo della questione, molte volte (a ragione) si parla, e si può effettivamente parlare, di Evangelion come metafora del complesso di Edipo, e come crescita emozionale e interiore del protagonista Shinji attraverso il contatto con la madre e la sua dissociazione.

Cosa significa? E cos'è precisamente il complesso di Edipo? Nella classica concezione freudiana, indica un insieme di desideri sessuali ambivalenti che il bambino prova nei confronti delle figure genitoriali, che insorge tra i 3 e 5/6 anni di età ma che si ripresenta in misura minore anche durante l’adolescenza e la pubertà. È un atteggiamento di desiderio di uccidere e sostituire il genitore dello stesso sesso, che si vede come rivale, e quindi di possedere il genitore di esso opposto (ad esempio, il bambino tenta di avere la madre e vuole uccidere/sostituire il padre). L’Edipo, nella visuale dello psichiatra Jacques Lacan, è visto come una via d’accesso attraverso il quale l’individuo accede alla società, e dunque si costruisce una vita umana (dopo che questi ha rinunciato a possedere il genitore e rivolge la sua attenzione ad altri individui).

Vari indizi sono disseminati fin dalle prime battute dell’anime su questo tema: i piloti degli Evangelion si chiamano “children” (“bambini”), e l’Eva è alimentato dall'Umbilical Cable (cavo ombelicale). E come scordarsi dell'LCL? Molte proprietà dell'LCL sono le stesse del liquido amniotico dell’utero di una donna: permette al “bambino” di muoversi liberamente, tenendolo al caldo, attutendo possibili urti (fonte: http://www.dolceattesa.rcs.it/2013/02/10-d...uido-amniotico/). Vi dice nulla?
Shinji vuole congiungersi alla madre perduta, oltre che a Rei (che è, guarda un po’, il clone di sua madre), ed è in perenne conflitto con suo padre (al quale Rei, la madre, è legata): la metafora al complesso di Edipo è chiara. E l’Umanità? Non ha ucciso il “padre” degli Angeli (Adam) e vuole congiungersi (come viene suggerito nell'episodio 25) a Lilith, madre del genere umano?
Nell'episodio 20, Shinji, chiedendosi sul perché pilotare l’Eva (ovvero, perché unirsi alla madre), giunge alla conclusione che il suo "nemico", ovvero "chi ci minaccia", è vero, sono gli Angeli, ma soprattutto Gendo (la figura degli Angeli e il suo volto durante l'episodio si sovrappongono), il quale esercita la sua autorità patriarcale in modo quasi tirannico (la figura di Gendo che sovrasta Shinji in quell'episodio è esemplificativa). Shinji uccidendo gli Angeli uccide anche il padre (si noti che, anche in psicologia, l’uccidere è metaforico, non letterale), proprio come se Shinji fosse un Edipo moderno in tutto e per tutto. Gli Angeli rappresentano la figura paterna che si vuole sostituire (“i legittimi successori”) per possedere in tutto e per la madre Lilith.
Se ci fate caso, nell'episodio 1-2 il Gendo che guarda dall'alto Shinji è simile al Sachiel che guarda dall'alto Shinji nell'Eva-01. Poi anche nell'episodio 20 Gendo e Angeli si sovrappongono.

La figura della madre in generale è piuttosto ambigua, e in generale lo è il seno/grembo materno (l’Entry Plug, e quindi il pilotare l’Eva): Shinji, all'inizio, con l'Eva (nel quale, nel caso qualcuno non lo avesse capito, c’è l’anima della madre) può ricevere le cure e attenzioni di cui desidera (proprio come il bambino vuole stare con la madre per ricevere attenzioni e cure), ma contemporaneamente affronta situazioni dolorose e angoscianti – la dipendenza materna impedisce quindi una crescita personale, nel pieno rispetto di molte concezioni proprie della psicologia (si veda anche qui: http://www.humantrainer.com/articoli/palum...edipo-jung.html e sopratutto qui: www.anteremedizioni.it/files/file/Opera.pdf, facendo un confronto tra la pagina 15 e l'episodio 20). Si faccia questo discorso anche per Lilith, "madre" dell’Umanità, che può essere sia un’ancora di salvezza (unendosi al lei nel Perfezionamento si eliminano i patimenti e sofferenze interiori generate dal contatto con gli altri individui) che una rovina (si perde la propria individualità, che si fonde completamente a quella della madre); Lilith infatti può sembrare il simbolo della vita, della sessualità, ma in realtà è l’emblema della distruzione dell’individualità delle persone (gli AT Field), o per meglio dire, è sia l’uno che l’altro. L’Umanità, con il Perfezionamento, sembra aggrapparsi completamente alla figura materna, alla quale desidera tornare: “Torniamo alla madre che questo mondo aveva perduto” (ep. 25). Anche Shinji aveva fatto qualcosa di simile già in precedenza, quando era stato assorbito dallo 01 nell'episodio 20, nel quale è posto nella condizione di dover decidere se aggrapparsi completamente alla madre (ovvero disciogliersi nell'Entry Plug) perdendo la propria individualità (l’egoconfine di AT Field) oppure mantenerla distaccandosene e entrando in contatto con altre persone, uscendo dal grembo materno (l’Entry Plug), il quale può essere sia casa che prigione, sia motivo di sofferenza che oggetto di desiderio (esattamente come l’utero materno in psicologia). Questa scelta si ripeterà anche nell'episodio 26; gli altri personaggi gli diranno che l’Eva è effettivamente parte del suo animo, è vero, ma che tuttavia aggrappandosi totalmente ad esso l’Eva stessa sarà il suo tutto, e la sua individualità non esisterà più (Asuka, dopo aver perso l’Eva, non è riuscita “più a far nulla”). Tutto ciò non può che richiamare la figura materna in Jung, che è nemica della crescita dell’Io e che cerca di inglobare il figlio nel proprio ventre.

Pilotare o meno l’Eva? “Ma certo, può esistere anche un me stesso che non è un pilota di un Eva!”; Shinji capisce di dover uscire dal grembo materno, rinuncia al desiderio materno (l’Eva) e rivolge la sua attenzione agli altri, costruendosi una vita sociale (ricordate Jacques Lacan?), e lo stesso fanno - o perlomeno possono fare - le persone con Lilith: escono dal grembo materno (la Luna Nera/Uovo di Lilith) e decidono di entrare in contatto con le altre persone nonostante le sofferenze che si incontrano (ritornano in questo modo gli AT Field, l’individualità). Del resto la profonda saggezza materna consiste in questo: mettere al mondo il figlio pur conoscendo le sofferenze a cui va incontro, dare vita nonostante l’irrazionalità della vita stessa. fonte: http://books.google.it/books?id=JWm6xTK2xl...20madre&f=false

In effetti, per Freud il complesso di Edipo risuona anche nella pubertà, e l’adolescente deve tramite quest’ultimo compiere una scelta difficilissima, ovvero affrancarsi o meno dall'autorità genitoriale (fonte: www.lafrusta.net/Riv_dizionario_psicoanalisi_2.html), e tale scelta Shinji sembra perseguire proprio in questo, assieme all'Umanità, che si "affranca" da Lilith. Il cammino di Shinji è dunque la sua crescita da bambino ad uomo.

Concludo queste mie osservazioni trascrivendovi quello che c'è scritto nel Booklet (roba ufficiale, vi basti sapere questo) della Platinum Edition americana dell’anime: «Questo episodio [26] si conclude con le didascalie “A mio padre, grazie.” “A mia madre, addio” “E a tutti i Children” “Congratulazioni!”. Eva è una specie di storia sul complesso di Edipo, dove un ragazzo prova affetto e odio per il padre e la madre, quindi si può ritenere che le prime due didascalie significhino che Shinji è giunto ad un accordo con il padre ed è emerso dalla sua dipendenza da sua madre. Forse le ultime didascalie significano “Questo è un mondo in cui tutti i bambini nati in esso meritano di vivere”». Sottolineo: il "mondo" si riferisce al mondo dopo il Third Impact.
Fonte: http://www.evamonkey.com/platinum-booklets...aries-21-26.php



Continua.
Ritengo necessario magari parlare in altre discussioni (se questa avrà il "successo sperato", altrimenti dovrò tagliare il budget - suona familiare?) le mie osservazioni sui collegamenti tra la psicologia e Eva.
In questa sede si è preso in esame quindi il rapporto tra madre-figlio in Eva, accennando a Lacan e Freud. Prossimamente, spero di poter parlare in generale delle influenze freudiane in Eva e soprattutto junghiane.

Invito a dare (naturalmente) opinioni in merito :)
Alla prossima! :bye:
 
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Kaworu05
view post Posted on 4/8/2014, 18:48




Ciao! :)
Molto interessante, complimenti per il lavoro! Mi è piaciuto molto il tuo approccio all'argomento e anche come esso è stato trattato: per nulla noioso e assolutamente comprensibile (quando tipicamente, in tema di psicologia, saltano fuori sempre paroloni tecnici uno dietro l'altro che rendono tutto assai più complicato).
Avevo già letto a zonzo per la rete a riguardo, a partire dal sito del nostro capo (ave!), ma non essendo affatto un esperto, pur nutrendo dell'interesse, non ho alcuna voce in capitolo e non posso fornire alcun consiglio.

Leggerò sicuramente anche i prossimi messaggi. :genio:
 
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view post Posted on 8/8/2014, 22:04
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Bel post! Graditi senz'altro seguiti!
 
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view post Posted on 8/12/2014, 21:39

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Dopo un lungo periodo in cui non visionavo più anime (ne ho visti un migliaio) a causa del recesso degli ultimi anni e dei soliti temi banali e ripetitivi (quando ne hai visti così tanti, praticamente nulla può più stupirti), ho deciso di rimettere in discussione quelli che ho sempre scartato per un motivo o l'altro.

Che dire, mi aspettavo il classico mecha noioso (non amo il genere), ma mi son dovuto subito ricredere. Alla pari di Code Geass, i robot assumono solo un ruolo marginale, mentre il tema principale rimane proprio l'introspezione dell'individuo. Così, come per ogni anime/videogame che si rispetti (i quali sono pieni zeppi di cose lasciate all'interpretazione dello spettatore che deve cogliere ogni minimo dettaglio), ho iniziato a fare le mie solite ricerche e leggere tutte le varie teorie. In aggiunta mi sono deliziato anche con informazioni aggiuntive riguardo la realizzazione, il perché dell'opera, la vita di Hideaki Anno e altro ancora.

Da amante di tutto ciò posso dire che ho trovato il tuo trattato davvero fantastico, l'ho letto con sommo piacere e sarei più che lieto di leggerne altri in futuro.
 
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3 replies since 4/8/2014, 17:19   553 views
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